Che cos’è il Pinot Nero?

Che cos’è il Pinot Nero?

Uno dei vitigni più famosi al mondo ma sicuramente il meno prevedibile.

Partiamo subito dal dire che la storia del Pinot Noir (Nero) ha radici molto antiche, infatti ci sono cenni ad un vitigno nella zona della Borgogna già in epoca gallo-romana. Sarà, però, nel Medioevo che la vinificazione di quest’uva verrà perfezionata dai monaci benedettini, come successo a tanti altri vini.

Risalgono al XIV secolo i primi documenti borgognoni in cui si trova il nome nella versione arcaica, Pinoz o Pynos. Il nome Pinot deriva dalla somiglianza del grappolo alla pigna, per la forma allungata e con gli acini medio piccoli molto vicini.

Il Pinot Nero è il "genitore" di altri grandi vitigni francesi come lo Chardonnay per esempio, oltre ad avere ben 6 fratelli, che sono Pinot Grigio, Pinot Bianco, Pinot Meunier, Pinot Teinturier e il Pinot Nero tardivo.

Come detto questo vitigno è difficilmente prevedibile, perché quasi tutto dipende dal terreno e dal clima della zona in cui viene coltivato. Il clima europeo non troppo caldo, dove il Pinot ha trovata la sua nascita e forse miglior espressione, per esempio ne evita un’eccessiva maturazione.

Non è assolutamente semplice riuscire a tirare delle linee generali sulle caratteristiche organolettiche di quest'uva, proprio per l'importanza del luogo dove si coltiva, il Pinot Noir è espressione del terroir in cui prospera è più di altri vini lo si percepisce nel bicchiere.

Una delle caratteristiche più importanti è la buccia molto sottile, che permette di vinificare sia in bianco che in rosso.

Sicuramente la più celebre è la vinificazione in rosso, caratteristico è il colore rosso rubino conferito dalla macerazione, e l’acidità che ne garantisce la possibilità di un invecchiamento medio-lungo, dai 2 ai 10 anni se non di più. Non meno importante è sicuramente la vinificazione in bianco, infatti grande importanza ha nella creazione di numerosi blend di Champagne. In questo caso è necessario che l’uva venga privata della buccia, diventando così, come detto, protagonista di grandi Champagne “Blanc de noirs”.

L’espressione più nobile ed elegante di questo vitigno è ritenuta quella della Borgogna, per essere precisi Côte de Nuits (dove si concentrano la maggior parte dei Grand Cru). Il colore rosso rubino vivo quando il vino è giovane che vira verso il rosso violaceo invecchiando fino ad un rosso pallido quasi mattone sono la caratteristica più evidente.

Oltre alla Borgogna e alla zona dello Champagne, Montagne de Reims nello specifico, il Pinot Noir si è diffuso in tutto il mondo, dal Nord America alla Nuova Zelanda.

Negli Stati Uniti sono l’Oregon e la California le regioni in cui è più coltivato questo vitigno, alcuni produttori hanno spostato l’azienda anche di molti chilometri pur di trovare un clima adatto alla coltivazione, proprio perché il Pinot Noir è un vitigno che si ammala facilmente ed è spesso vittima di muffe e parassiti se il clima non è ideale.

Altre zone in cui lo si coltiva sono Canada, Sudafrica e Australia. Menzione speciale per la Southern’s Valley a Marlborough in Nuova Zelanda dove si produce il “Pounamu”, che nasce da un clone di Pinot Noir denominato Digione.

Per quanto riguarda la produzione in Italia le due regioni che spiccano sono l’Alto Adige e la Lombardia, nello specifico l’Oltrepò Pavese, che corrispondono anche a due DOC.

Nell’Alto Adige la presenza di Pinot Nero si deve agli Asburgo che lo importarono agli inizi del ‘800, e nel tempo è diventato uno dei vitigni più rappresentativi della regione.

Per quello che riguarda l’Oltrepò Pavese invece le prime viti impiantate si riconducono al Conte Carlo Giorgi di Vistarino nel ‘900. Inizialmente vinificato in bianco e usato per spumanti, sarà poi nella seconda metà del ‘900 che si inizierà a vinificare in rosso.

Per concludere possiamo solo dire provate tutti i Pinot Noir “possibili” cosi da scovare le differenze tra una zona di produzione e l’altra.

Qui trovate la nostra selezione di Pinot Noir o Nero.

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