Che cos’è una BARRIQUE?

Che cos’è una BARRIQUE?

Oggi cerchiamo di capire meglio che cosa sia una barrique e di come influisca sul vino che contiene.

Partiamo dalla didattica di base, barrique è un termine francese che indica una botte in legno, dalla capacità compresa “normalmente” tra 225 e 228 litri. Viene utilizzata per la maturazione e l’affinamento di vini bianchi ma soprattutto rossi.

In base alla capacità queste botti si dividono in Bordolese (225L) e Borgognona (228L detta pièce), le misure sono di circa 1 metro di altezza e 1 metro di diametro.

Nella zona dello Champagne vengono usate delle barriques da 205 litri per l’affinamento dei vini adoperati per l’assemblage dei migliori Champagne.

Facciamo una piccola divagazione e diciamo che per l’affinamento del Cognac la capacità della botte è di 350L, per il Porto oscilla da 230 a 260L.

Per concludere diciamo che esistono anche le demi-barriques con capacità tra i 110L e i 115L.

Queste botti sono realizzate con doghe di legno di quercia di rovere stagionato e tostato, il legno di rovere varia in qualità a seconda della provenienza e della porosità, più sono compatti e pregiati più saranno adatti ad affinamenti importanti.

La Francia è una delle zone con maggior numero di tipologie di quercia di rovere come per esempio Allier, Limousin o Vosges, ma anche la Croazia è famosa con il rovere di Slavonia molto utilizzato, poi ci sono altre nazioni come Stati Uniti, Austria e Germania.

Il legno che andrà a costituire le botti viene spaccato in doghe, non tagliato, le quali vengono poi lasciate stagionare alle intemperie del clima per un periodo di tempo dai 2 ai 5 anni. Le piogge, infatti, servono per “slavare” i tannini indesiderati dal legno, e i raggi solari lo rendono meno poroso ed impermeabile, cosi da poter poi preservare il vino dall’ossigenazione che potrebbe compromettere profumi ed integrità in fase di affinamento.

Poi le doghe (25/30) legate dai caratteristici cerchi metallici, che conferiscono la classica forma ovallizata, vengono sottoposte alla fase successiva ovvero la “tostatura” del legno.

La fase più importante è proprio la tostatura, che prevede il surriscaldamento della parte interna delle doghe utilizzando la fiamma viva. L’importanza di questa lavorazione è data dalla trasformazione chimico-fisica del legno, fondamentale per la comparsa dei profili aromatici che saranno poi trasferiti al vino. I tipici sentori tostati si sommano a quelli che derivano dal legno stesso come le note di vaniglia, cocco, cenere e tabacco.

Una volta chiusa, alla botte viene fatto un foro, detto “cocchiume”, in corrispondenza del punto di maggior diametro della botte. Questo foro viene chiuso da un tappo di sughero ed utilizzato per riempire e svuotare la barrique e prelevare dei campioni per verificarne il contenuto.

L’influenza della barrique sul vino è maggiore di altre botti più grandi per il rapporto superficie-volume, perché maggiore è la superficie della botte con cui il vino entra in contatto maggiore sarà lo scambio tra i due.

Dalla barrique nasce il termine "vino barricato", che identifica l’affinamento e le caratteristiche che avrà il vino, come ad esempio i colori del vino rosso che saranno mattone o granato, o per i rari bianchi che sono invecchiati in barrique i colori saranno oro e ambra.

Altra chicca riguardante le barriques è che la parola barricata deriva proprio dal nome di queste botti che componevano, con detriti e terra, i muri eretti dai rivoluzionari francesi per proteggersi dall’esercito reale nella guerriglia urbana.

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