Storie di Cantine: "Domaine de la Romanée-Conti"

Storie di Cantine: "Domaine de la Romanée-Conti"

Il punto di riferimento del mondo del vino.

I primi riferimenti all’attuale vigneto Romanée-Conti sono del 1232, la proprietà a quell’epoca era del Monastero di Saint-Vivant. In quel periodo i monaci erano i maggiori proprietari terrieri a Vosne-Romanée in Borgogna e tra questi c’erano alcuni dei vigneti che oggi sono definiti come Grand Cru.

Già all’epoca, l’allora “Clos de Cloux” di 1,8 ettari, era considerato uno dei migliori appezzamenti. Basti pensare che i vini prodotti erano scambiati a più di 6 volte il prezzo di Clos de Vougeot, che in quel periodo era ritenuto il miglior vigneto della zona.

La dicitura Romanée fece la sua comparsa quando il vigneto venne acquistato dalla famiglia di nobili belga Croonemburg, invece il nome definitivo lo si deve al cambio di proprietà del 1760 quando il Principe di Conti, Luis Francois di Borbone riuscì ad aggiudicarsi il vigneto nonostante l’accesa “battaglia” con madame de Pompadour, amante di Luigi XV, arrivando a pagarlo molto di più del reale valore. Da allora il nome del vigneto sarà Romanée-Conti.

Con la rivoluzione francese, il vigneto seguì le traversie tipiche delle terre appartenute alla nobiltà e al clero ovvero espropiato e rivenduto, fino al 1870 quando venne acquistato dalla famiglia Duvault-Blochet. Da lì in poi farà parte del Domaine con altri vigneti che diverranno con lui punto di riferimento per la zona e per il mondo del vino.

La proprietà è la stessa da allora, la svolta definitiva avverrà nel secondo dopo guerra con i successori della famiglia Duvault-Blochet, i De Villaine con quelli che ancora oggi sono i soci al 50%, i Leroy, creando l’incredibile fama del Domaine.

Attualmente Domaine de la Romanée-Conti comprende 8 Grand Cru: i vigneti Romanée-Conti e La Tâche di proprietà esclusiva, Corton, Grands-Echezeaux, Echezeaux, Montrachet, Richebourg, Romanée-Saint-Vivant e Corton-Charlemagne alcuni di questi non di proprietà ma affittati, tutti classificati ai vertici della gerarchia qualitativa dei vini della Borgogna.

Da questi vigneti vengono prodotte circa 80mila bottiglie l’anno, i vigneti si estendono per poco più di 25 ettari, tutti i vigneti sono coltivati a Pinot Noir tranne Montrachet e Corton-Charlemagne che lo sono a Chardonnay.

Dedicheremo un articolo per spiegare meglio la classificazione dei vigneti della Borgogna e quindi approfondiremo l’argomento Grand Cru.

Vediamo uno per uno i vigneti che fanno parte del Domaine de la Romanée-Conti o anche detto DRC:

- Romanée-Conti: il vigneto più famoso, 1,8 ettari di monopolio del Domaine. Tutte le viti sono state piantate nel 1947 e vengono prodotte circa 5mila bottiglie l’anno. Nel 2018 per una bottiglia del 1945 di cui ne furono prodotte solo 600, pre sostituzione delle piante, fu battuta all’asta per 558mila dollari.

- La Tâche: altro monopolio, di 6,06 ettari, le cui viti hanno in media quasi 60 anni. La produzione annuale è di poco superiore a 20mila bottiglie. Il vino prodotto da questo vigneto viene considerato un dei più eleganti dagli intenditori.

- Richebourg: 3,51 ettari con viti con una media di oltre 50 anni, da cui vengono prodotte circa 12mila bottiglie all’anno.

- Romanée Saint-Vivant: 5,28 ettari con viti di varie età, oltre al Grand Cru con le viti più giovani viene prodotto un vino venduto come Vosne-Romanée Premier Cru. In totale il vigneto produce circa 18mila bottiglie all’anno.

- Grands-Echezeaux: 3,52 ettari con viti di età superiore ai 60 anni. Vengono prodotte 13.800 bottiglie all’anno. Vino che da il meglio di sé con un lungo invecchiamento mostrando il meglio del terroir in cui è coltivato.

- Echezeaux: 4,67 ettari con viti di età superiore ai 40 anni, da cui vengono prodotte 16mila bottiglie all’anno. Vitigno in cui le viti fioriscono per prime e da cui parte solitamente la vedemmia del Domanine. Fratello minore del Grands-Echezeaux di cui è versione più leggera e fine.

- Corton: 2,3 ettari affittati dal Domaine Prince Florent de Merode. La prima vendemmia è del 2009 e sono 6.500 circa le bottiglie prodotte all’anno.

- Montrachet: 0,67 ettari con viti di età superiore ai 70 anni da cui sono prodotte 3mila bottiglie in un’annata normale. Vitigno coltivato con uve a bacca bianca da cui forse viene prodotto lo Chardonnay migliore al mondo.

- Corton-Charlemagne: 2,9 ettari affittati da Bonneau du Martray, la produzione è di circa 10mila bottiglie.

Tutte le uve sono raccolte a mano, con successiva e meticolosa cernita degli acini, sia in vigna che poi in cantina. I vini sono affinati in botti di rovere francesi, divisi per Climats che è il nome tipicamente usato dai borgognoni per le parcelle dei vigneti.

Nonostante i numerosi cambi di proprietà e inserimenti di nuovi vigneti selezionati, il rispetto per il terroir è sempre stata l’arma vincente del Domaine de la Romanée-Conti, legando il vino con le caratteristiche specifiche del luogo dove è stato coltivato, lo stesso Aubert de Villaine, figura centrale del successo del Domaine, disse “Queste terre per secoli sono state rispettate qualunque sia stato il proprietario. È un dogma, è il matrimonio intimo tra monaci e un vitigno, il pinot noir. Forse è questo che ha ispirato la loro scelta, e come tale è stato rispettato”.

Per dare un’idea di quanto siano prestigiosi i vini di DRC, la vendemmia viene acquistata con 2 o 3 anni di anticipo da compratori di tutto il mondo.

Secondo Wine Searcher, famoso motore di ricerca su tutti gli aspetti che concernono la valutazione dei vini, il prezzo medio di scambio delle bottiglie di DRC è di 18mila euro circa. Questo da l’idea di quanto veritiera sia la definizione di “vino più costoso al mondo”.

Il nome di Domaine de la Romanée-Conti è stato in molte occasioni legato a truffe proprio per il prezzo elevato delle sue bottiglie, in un articolo abbiamo parlato di quella forse più famosa. Qui.

Ovviamente è sempre nelle classifiche dei vini più costosi al mondo di cui abbiamo parlato per esempio qui.

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