Storie di Cantine: “Marchesi Antinori”

Storie di Cantine: “Marchesi Antinori”

Gli Antinori, i Marchesi del vino tra storia ed innovazione.

Tutto nasce nel 1385 quando Giovanni di Piero Antinori entra a far parte della corporazione dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri come apprendista.

Nel corso dei secoli la famiglia Antinori legherà la produzione e il commercio del vino ad altri come la seta e attività bancarie, come le grandi famiglie fiorentine dell’epoca.

Crescerà sempre più la fama della famiglia e dei sui vini tanto che Francesco Redi poeta alla corte dei Medici a metà del ‘600 ne scriverà nell’opera “Bacco in Toscana”. Dal secolo successivo gli Antinori iniziarono le esportazioni, soprattutto nel Regno Unito, da qui la qualità dei vini della famiglia sarà riconosciuta al di fuori dell’Italia.

Nel 1861 e con l’Unità d’Italia, alle famiglie nobili che supportarono i Savoia e contribuirono all’unificazione venne conferito il titolo di Marchesi. Allo stemma di famiglia sarà aggiunto il motto “Te Duce Proficuo”, cioè “La ricerca dell’eccellenza”, frase adatta a descrivere la volontà della famiglia che punta sempre alla migliore versione dei propri vini. Alla fine del ‘800 verrà fondata l’attuale “Marchesi Antinori”, che in origine era chiamata “Marchesi L&P Antinori”.

Dall’inizio del ‘900 in avanti la famiglia Antinori avrà la lungimiranza di legare i propri vini a grandi enologi ed esperti di vino, dal 1905 iniziò per esempio la produzione di un vino spumante Metodo Classico con la consulenza di Lucien Charlemagne, famoso per la produzione di Champagne, e poi con Georges Grandvalet, enologo di Mumm.

Successivamente con figure come Renzo Cottarella, attuale amministratore delegato della Marchesi Antinori, che sarà fondamentale per la creazione del Cervero della Sala, e il grande enologo Giacomo Tachis (dal 1961), già nominato in Storie di Cantine: “Tenuta San Guido e il Sassicaia” che sarà fondamentale per tanti vini dell’azienda.

Da Niccolò Antinori e Carlotta della Gherardesca nasceranno Ilaria (1936), Piero (1938) e Lodovico (1942), di cui abbiamo parlato in Storie di Cantine: “Ornellaia”.

Sarà Piero a portare l’azienda e la famiglia all’attuale incredibile successo e fama, con lui sarà fatto un ulteriore step di affinamento dei processi di produzione e inizieranno le sperimentazioni come vendemmie anticipate delle uve bianche, l’inserimento dei serbatoi d’acciaio, l’imbottigliamento sterile a freddo e l’utilizzo delle barriques.

Dopo questa infarinatura della storia dei Marchesi Antinori è necessario fare panoramiche di tutte le tenute e i vini appartenenti alla famiglia.

In Toscana, nella zona del Chianti ci sono le Tenute Santa Cristina, Pèppoli e Badia a Passignano, dove vengono prodotti tra gli altri il Solaia, il Tignanello, il Galestro e i vari Chianti Classico DOCG.

Nella zona di Montepulciano ci sono La Braccesca e Le Maestrelle dove viene prodotto per esempio il Nobile di Montepulciano DOCG, il Rosso di Montepulciano Subazio o il Merlot (Toscana IGT).

Nella zona di Montalcino c’è la tenuta Pian delle Vigne dove viene prodotto l’omonimo Brunello.

Nella zona di Bolgheri c’è la tenuta Belvedere dove viene prodotto il Guado al Tasso (Bolgheri DOC Superiore), lo Scalabrone (Bolgheri Rosato DOC) e il Vermentino (Bolgheri DOC).

Nella zona della Maremma c’è Fattoria Aldobrandesca di Sovana, dove viene prodotto l’Aleatico.

Invece in Umbria, nella zona di Orvieto c’è Castello della Sala, dove vengo prodotti Cervero della Sala, prodotto nei primi anni del 1980 per competere con i grandi CRU della Borgogna, contiene Chardonnay (85%) e Grechetto (15%) e viene affinato per 10 mesi in barrique e poi 18 mesi in bottiglia. E poi Il Muffato della Sala che viene prodotto da Sauvignon, Grechetto, Traminer e Riesling attaccati dalla Botrytis Cinerea, la “muffa nobile”, come succede in Francia per i Sauternes.

In Piemonte nella zona delle Langhe c’è Prunotto dove vengono prodotti il Barbaresco Montestefano, il Barolo Bussia di Monforte, il Barolo Connubi e alcuni Barbera.

Inoltre sono di proprietà dei Marchesi Antinori delle tenute in Puglia e nella zona del Franciacorta per quanto riguarda l’Italia. Con una join venture con l’Atlas Peakin producono Sangiovese, Cabernet e Chardonnay in 486 ettari in Napa Valley, California. Oltre alla California gli Antinori hanno acquistato dei terreni anche nello stato di Washington. Per quanto riguarda l’Europa posseggono terreni anche in Ungheria, tenuta Bataapàti a Szekszard, e a Malta.

La famiglia possiede ormai da anni un quartier generale da dove passano tutte le decisioni dell’azienda, Palazzo Antinori a Firenze, costruito nella seconda metà del ‘400 dall’architetto Giuliano da Maiano. All’interno oltre agli uffici dell’azienda c’è Cantinetta Antinori, ristorante dove oltre al cibo si può godere dei vini della famiglia. Il grande successo del ristorante di Firenze spinse gli Antinori ad aprirne altri in giro per il mondo tra i più famosi quello di Monte-Carlo, quello di Londra e Vienna.

Attualmente Piero è “solo” presidente onorario e l’azienda è gestita dalla 26esima generazione della famiglia ovvero da Albiera e le sue sorelle Allegra e Alessia, e portano avanti la visione e le idee che hanno sempre contraddistinto la famiglia dal 1385, l’amore per il territorio, la sperimentazione, l’innovazione e la continua ricerca dell’eccellenza.

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