Storie di Cantine: “Tommasi”

Storie di Cantine: “Tommasi”

Una famiglia a capo di un’azienda.

Tutto nasce nel 1902 quando Giacomo Tommasi decide di passare da mezzadro a proprietario di terreni coltivabili, e iniziò così a produrre vino a suo nome.

I figli Angelo e Alfonso spinsero la famiglia e l’azienda oltre le due Guerre Mondiali fino al secondo dopo guerra in cui la terza generazione darà il là all’azienda che è adesso.

Furono infatti Sergio, Franco, Ezio e Dario a dare l’impronta della famiglia e la spinta propulsiva alla moderna espansione, acquistando e gestendo i vigneti in Valpolicella Classica e nelle denominazioni veronesi di Lugana, Bardolino, Custoza e Soave durante il boom economico degli anni ’50/'60.

L’anno di svolta secondo la famiglia è sicuramente il 1959, prima annata dell’Amarone che tante soddisfazioni regalerà ai Tommasi. La produzione dell’Amarone in Valpolicella in quegli anni fu un atto di enorme fiducia nelle proprie idee e grande coraggio, perché era il Recioto ad essere considerato il principe dei vini nella zona. Saranno gli anni ’90 a dare all’Amarone l’attenzione che merita.

La nuova generazione che entra in azienda nel 1997 (la quarta) alzerà ulteriormente l’asticella degli obbiettivi della famiglia, nel 2000 i Tommasi acquistano il più grande vigneto della Valpolicella, Tenuta Prunea, e poi altri importanti vigneti come Conca D’Oro e La Groletta.

L’idea della famiglia, in controtendenza con il periodo, è quella di diversificare uscendo dal Veneto, il sogno era Montalcino e il Brunello ma non sarà il primo investimento in Toscana. L’avventura fuori dalla regione di provenienza inizia infatti con “Poggio al Tufo” a Pitigliano in Maremma, che adesso comprende 170 ettari di vigne.

Dopo qualche anno di consolidamento la famiglia mette in programmazione l’acquisizione di altre aziende per espandersi in Italia da Nord a Sud.

Tra il 2012 e il 2016 videro la luce diversi progetti: “Masseria Surani” a Manduria nel cuore del Primitivo, “Caseo” nell’Oltrepò pavese con 90 ettari vitati, “Casisano” finalmente nel 2015 si realizza il sogno di approdare a Montalcino e poter produrre il Brunello ed infine con la partecipazione nell’azienda “Paternoster” in Basilicata con al centro l’Aglianico del Vulture.

Parlando invece di fatturati e di mercati salta subito all’occhio la grande capacità dell’azienda Tommasi di esportare i propri prodotti all’estero, la divisione del fatturato è schiacciante con 90% in export e 10% in Italia. I prodotti della famiglia sono distribuiti in circa 70 mercati diversi.

Questa predisposizione all’internazionalità dei prodotti Tommasi si deve a Dario, componente della terza generazione, grazie alla sua mentalità aperta, grande intraprendenza e voglia di inseguire il sogno americano infatti la famiglia approdò nel 1971 negli Stati Uniti. Seguirono poi la Germania, la Svizzera e il Canada, negli anni ’90 arrivarono anche nei paesi scandinavi.

Il progetto di diversificazione ed espansione della famiglia prende il nome di “Tommasi Family Estates”, e comprende sei tenute che coprono 599 ettari sparsi per tutta Italia, da cui vengono prodotti vini tra i più rinomati d’Italia come l’Amarone, il Brunello e l’Aglianico su cui la famiglia basa l’identità aziendale e l’immagine esportata all’estero.

Fonte:  Tommasi la Storia

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