Che cos’è Wine Spectator?

Che cos’è Wine Spectator?

Oggi parliamo della rivista più rilevante del mondo vitivinicolo e di come sia riuscita a diventare così autorevole.

La prima domanda che nasce spontanea infatti è: Perché viene tenuta cosi in considerazione questa rivista?

Non è semplice rispondere a questa domanda, ma possiamo partire a spiegare come avviene la degustazione dei vini, come vengono assegnati i punteggi e di come è suddivisa la redazione di Wine Spectator, per capire quanto meno come funzioni.

La prima cosa che salta all’occhio è proprio la degustazione che viene fatta “alla cieca”, di cui abbiamo parlato in questo articolo “Che cos’è una degustazione alla cieca o blind tasting?”, tipologia che da una sensazione di imparzialità ai lettori, infatti con una degustazione senza i riferimenti “visivi” alcuni dei pregiudizi vengono sicuramente meno. Senza sapere la provenienza e il produttore, il giudizio potrà essere di certo meno condizionato.

Per quanto riguarda l’assegnazione del punteggio invece sono quattro i criteri di valutazione: qualità, valore, disponibilità e fattore X (o entusiasmo).

La qualità è data dalla degustazione "alla cieca".

La disponibilità indica la reperibilità del vino, quante bottiglie vengono prodotte ed immesse nel mercato.

Il valore è dato dal rapporto tra le prime due valutazioni, criterio che spesso coincide con il prezzo della bottiglia.

Il fattore x o entusiasmo è l’emozione che il vino suscita al critico, non è quindi un fattore definibile con i canoni analitici utilizzati per descrivere un vino, ma ha a che fare con la sfera emotiva e con ciò che scatena al momento dell’assaggio. Per noi amanti del vino è chiaramente la parte più importante.

La somma di questi criteri determina il punteggio complessivo, che viene assegnato in una scala da 50 a 100.

Da 50 a 74 punti il vino non è consigliato.

Da 75 a 79 punti il vino è definito mediocre.

Da 80 a 84 punti il vino è definito buono.

Da 85 a 89 punti il vino è definito molto buono.

Da 90 a 94 punti il vino è definito eccellente.

Da 95 a 100 punti il vino è definito un classico.

Wine Spectator viene fondata nel 1976 da Bob Morrisey. Per oltre quarant’anni Marvin R. Shanken ne è stato editore e direttore, portandola ad essere la rivista di settore più seguita in America e nel mondo. Vengono pubblicati quindici numeri all’anno in cui si possono trovare recensioni da un minino di 400 ad un massimo di 1000 vini. La rivista non si occupa solo di vino, ma recensisce anche ristoranti, assegnando loro premi e riconoscimenti.

Ogni anno Wine Spectator stila la classifica dei migliori 100 vini, che negli anni ha avuto sempre più peso nel settore, infatti l’essere presenti in quella lista crea sicuramente grande interesse verso i produttori e mette una lente d’ingrandimento sui loro vini.

Per raggiungere la reputazione attuale Wine Spectator ha basato molto sulla professionalità dei critici, caratteristica fondamentale è che ognuno di loro si occupi esclusivamente di una determinata zona. Questa specializzazione permette ai critici di aver una conoscenza approfondita di vitigni e produzioni presenti nell’area di competenza.

Per quanto riguarda l’Italia attualmente il team di esperti è composto da Bruce Sanderson, che si occupa delle cantine di Toscana e Piemonte nella sua area di competenza, e Alison Napjus, che si dedica alle cantine del resto del territorio italiano.

Prima di loro la figura che si occupava dell’Europa era James Suckling, che ha lavorato per la rivista dal 1981 al 2010. Nel 1985 inizia ad occuparsi della redazione europea e quindi occuparsi principalmente di Italia e Francia. Attualmente è uno dei punti di riferimento del mondo del vino.

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