Storie di Cantine: “Château Margaux”

Storie di Cantine: “Château Margaux”

Il meglio del meglio, e forse di più.

Partiamo sempre da qualche accenno di storia, lo Château Margaux nel XII secolo era conosciuto come “La mothe de Margaux” e non aveva alcun vigneto al suo interno. Il nome è facilmente riconducibile al fatto che in un territorio pianeggiante anche il più piccolo avvallamento o collina erano visibili.

Per l’inizio della costruzione della tenuta, come è attualmente, bisognerà attendere l’avvento della famiglia Lestonnac, infatti sarà proprio Pierre de Lestonnac, tra il 1572 e il 1582, a completare e ristrutturare la proprietà dando il via alla coltivazione dell’uva, anticipando l’evoluzione che avrebbe avuto la zona del Médoc nell’abbandonare i raccolti di cerali in favore dei vigneti.

Alla fine del XVII secolo, lo Château Margaux si estendeva per 265 ettari, come è tutt’oggi, con un terzo dei terreni dedicati alla coltivazione della vite.

Complice la crescente richiesta di vini della zona di Bordeaux da parte di paesi fuori dalla Francia, come l’Inghilterra e i Paesi Bassi, e il riconoscimento sempre più alto dello status di vini d’eccellenza anche oltre oceano, i vini della tenuta iniziarono ad essere esportati in Europa e America. Saranno le parole di Thomas Jefferson, l’allora ambasciatore americano in Francia, a sancire ulteriormente il valore dei vini di Château Margaux, che dopo aver assaggiato una bottiglia del 1784 disse “Non può esistere una bottiglia migliore di Bordeaux”.

Come già detto qui, nella Classificazione Ufficiale dei vini di Bordeaux del 1855, voluta dall’imperatore Napoleone III in occasione della seconda Esposizione Universale, Château Margaux ottenne il titolo di “Premier Grand Cru Classé”, ed è stato l’unico del primo livello ad aver ottenuto un punteggio di venti su venti.

La storia di Château Margaux ebbe alti e bassi fino al 1977, da quando la proprietà è passata nelle mani di André Mentzelopoulos, magnate greco, che si impegnò sia economicamente sia umanamente in una profonda modernizzazione della tenuta, del vigneto e degli strumenti di vinificazione. L’obbiettivo di Mentzelopoulos era ben preciso, ovvero, ridare brillantezza e prestigio, affidandosi a professionisti del settore come l’enologo Emile Peynaud. Nel corso degli anni la proprietà dell’azienda passò da varie società miste, tra queste doveroso sottolineare la famiglia Agnelli presente dal 1990 con la maggioranza azionaria fino alla morte di Gianni nel 2003. Celebre la sua frase “Investite in vino, mal che vada ve lo potrete bere”.

L’azienda ad oggi è tornata nelle mani della famiglia Mentzelopoulos, infatti dalla morte del padre, nel 1980, è Corinne a dirigere lo Château.

I terreni dello Château Margaux sono, come detto, per un terzo, ovvero 82 ettari circa, dedicati ai vigneti. Di questi 70 ettari sono destinati ai vini rossi e i restanti 12 al vino bianco della tenuta.

Le percentuali dei terreni vitati rispecchiano le necessità del “taglio bordolese” presente poi in bottiglia, infatti il 75% è di Cabernet Sauvignon, 20% di Merlot e il restante di Cabernet Franc e Petit Verdot, per quanto riguarda gli ettari vitati a bacca bianca sono tutti dedicati al Sauvignon Blanc.

Oltre al prodotto di punta, lo Château Margaux, viene prodotto un secondo vino rosso assemblato dal frutto delle vigne più giovani, il Pavillon Rouge du Château Margaux, entrambi fatti fermentare in tini di rovere e fatti invecchiare 18-24 mesi in botti nuove. Per il vino bianco della tenuta, il Pavillon Blanc du Château Margaux, la fermentazione viene fatta fare sempre in botti di rovere ma il periodo di invecchiamento è di 6-8 mesi.

Una delle caratteristiche che rendono lo Château Margaux un vino diverso dalle altre denominazioni del Médoc è il terroir in cui nasce e si sviluppa, infatti il terreno è costituito da ghiaia di grana media con la presenza di argilla nella parte inferiore.

Un’altra è l’importante presenza nel blend dell’uva Merlot, infatti il sentore di peperone verde del Cabernet Sauvignon è mitigato dal fruttato dolce proprio del Merlot, che insieme ad una piccola parte di Cabernet Franc e Petit Verdot incidono in maniera evidente al naso.

La produzione annuale si aggira sulle 150 mila bottiglie di Château Margaux, sommate alle 200 mila di Pavillon Rouge du Château Margaux e le circa 35 mila di Pavillon Blanc du Château Margaux.

Sono tante le annate che hanno reso grande questo vino, le più famose sono la 1900, la ‘28, la ’37, la ’45 o la ’61 ritenuta dagli esperti costruita per l’eternità. Da sottolineare quelle che hanno preso i 100/100 di Robert Parker ovvero la 1990 e la 2000.

Ma forse la più famosa e “costosa” è sicuramente la 1787 che ha generato una delle leggende più conosciute nel mondo del vino. Ne abbiamo parlato qui della bottiglia, del suo proprietario William Sokolin e della richiesta di 500mila dollari di risarcimento.

Château Margaux è stato e rimane un mito assoluto dalla Francia in tutti gli angoli del mondo in cui ci sia un appassionato di vino.

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